Lunedì 7 Marzo inizia il primo (e speriamo non l'ultimo) gruppo di lettura del nostro blog.
Il sondaggio che abbiamo fatto ha decretato il libro vincitore: "Marina" di Carlos Ruiz Zafon.
Il sondaggio che abbiamo fatto ha decretato il libro vincitore: "Marina" di Carlos Ruiz Zafon.
...siete pronti?
Prima di iniziare, però, guardate ed ascoltate bene questo video per capire come sarà questa lettura di gruppo...
Vi aspettiamo domenica 20 marzo, dopo aver letto i primi sette capitoli, per scambiarci le nostre impressioni!
Prima di iniziare, però, guardate ed ascoltate bene questo video per capire come sarà questa lettura di gruppo...
Vi aspettiamo domenica 20 marzo, dopo aver letto i primi sette capitoli, per scambiarci le nostre impressioni!
Mi prende malissimo, ho il libro in mano, e sono indeciso se prendere la matita rossoblu per segnalare passi, o prendere appunti. Che stress!!!!!! Ma poi chi interroga? Ci sono giustifiche? Quante??
RispondiEliminammmm, domenica 6 marzo?? sieti sicuri? :-)
RispondiEliminaera domenica 20 marzo, in effetti......
RispondiEliminaè una lettura velocissima, io sarai anche pronto per a) andare avanti, b) rileggere. Mi piace, scrive sempre bene, mi sembra molto più leggero che L'ombra del vento, quasi per ragazzi, con tutti i continui colpi di scena.
RispondiEliminaprime impressioni direi più che positive: ha uno stile fresco e pulito, si legge in un attimo. Soprattutto cattura l'attenzione, ed è difficile staccarsi dalle pagine!!!! non vedo l'ora di proseguire nella lettura per dare un volto al misterioso personaggio che si nasconde nel giardino di Marina :-)
RispondiEliminail libro inizia con "una volta Marina mi disse che ricordiamo solo quello che non è mai avvenuto". Credo che questa frase sia un po' la chiave di lettura. Interessante anche la frase del poliziotto: "a volte dire la verità non è una buona idea" I primi 7 capitoli volano via velocissimi, la scrittura è semplice (è nato come narrativa per ragazzi" e per questo ancora più stimolante. Zafon non delude nemmeno nella descrizione dei sentimenti (e degli spaventi)di Oscar: dall'orologio che gli rimane in mano, al rimorso per averlo "rubato", al tornare con l'amico per poi fuggire come un razzo fino all'incontro con Marina. Marina, un'adolescente che si trova a vivere con un padre che adora ma che ha 1000 problemi economici e di salute. Cerca il mistero che trova nella dama in nero coinvolgendo Oscar. Mi ha coinvolto come se fossi lì il momento in cui entrano nella serra e trovano i manichini, marionette monche e l'album di fotografie. Da quel momento Oscar non riesce più a separarsi da Marina e da suo padre. Il capitolo 7 termina con quest'ombra paurosa che Oscar vede nel giardino.... a me sta piacendo un sacco... e a voi?
RispondiEliminaIl libro si apre con gli eroi "antieroi" che più mi piacciono: l'adolescente orfano dalla vita difficile e la coetanea misteriosa dalla vita altrettanto misteriosa. Ma un terzo personaggio incombe irriverente, gioioso, e mai di troppo: Barcellona. chi ha avuto il piacere di visitare Barcellona non può non aver sentito un piccolo tremore di emozione nel rivedersi nelle parole di Zafon che magistralmente inserisce questo elemento fondante del libro rendendolo più di una semplice scenografia ( credo che questa storia, ambientata altrove perderebbe tutto il suo fascino). una Barcellona gotica, delle viuzze, delle case abbandonate e polverose, dei gatti che circospetti si aggirano e dei cancelli cigolanti.
RispondiEliminaPassaggio bellissimo: "quel giorno il fantasma di Gaudì aveva scolpito nel cielo di Barcellona delle nubi impossibili su uno sfondo azzurro che accecava lo sguardo". l'armonia delle forme e dei colori che ha Barcellona con la Natura la rende una delle scenografie più spettacolari dove ambientare una storia così.
Trovo molto bello l'accostamento dei manichini (simbolo di artificiale perfezione) alla "collezione di foto di persone deformi (passatemi il termine)". due elementi agghiaccianti e contrari (a me manichini e bambole in una stanza buia spaventano,e non poco!) che accostati insieme mi fanno solo dire... "vediamo come prosegue!" Scusate la noia!!! Un bacione a tutti e al prossimo appuntamento! Luisa
...che dire, arrivo dalla bellissima lettura de "L'ombra del vento", sempre di Zafòn e sinceramente riprendere in mano un altro suo libro, con le stesse ambientazioni, lo stesso tipo di scrittura... è un po' dura. Dico la verità: non mi sta facendo impazzire. Spero che, andando avanti, le cose cambino...
RispondiEliminaNon sapevo che fosse ascritto alla letteratura per ragazzi, ma l'avevo sospettato. Io pure, provenendl dall'Ombra del vento, ravviso gli stessi scenari, ma non me ne dispiaccio, e non conoscendo Barcellona non mi capacito di questa sua qualità umida e nebbiosa, sembra un mistero, e mi incuriosisce. Zafon scrive che ti vien voglia di scorrere veloce, dinceramente avrei proseguito ben oltre il capitolo 7, ma mi son trattenuto, e ho riletto dei passi. Misteri e segreti, come sto imparando essere una sua cifra stilistica. Mi piace. Forse un tantino troppo, a essere sincero, perchè spesso ogni frase prende il tono della rivelazione importante, che può stancare. Ma il modo di descrivere un personaggio da una qualche connotazione fisica è sempre molto affascinante. Voglio andare avanti sicuramente.
RispondiEliminaSin dalle prime pagine Zafon è facilmente riconoscibile. Gli scuri viottoli della gotica Barcellona, le enormi antiche e decadute case all'interno delle quali si intrecciano le storie dei personaggi e la giovinezza dei protagonisti mi hanno dato la sensazione di non aver mai finito completamente "Il gioco dell'angelo" e "L'Ombra del vento", ma solo di aver girato l'angolo ed essermi imbattuta in Oscar (a causa della pubblicazione posteriore di "Marina").
RispondiEliminaLo stile è scorrevole e la vicinanza alla narrativa per ragazzi è tangibile. Gli elementi di suspance sono lasciati qua e là e arricchiscono di molto il libro. Ho letto velocemente i sette capitoli e mi sono dovuta trattenere dal continuare visto che l'apparizione dell'inquietante figura nel giardino di Marina e German ha alimentato sicuramente la mia curiosità. Ho adorato il nome Kafka per il gatto, la lugubre scena della villa piena di manichini appesi al soffitto (me la sono immaginata quasi come la cripta dei Cappuccini nella Chiesa: Santa Maria della Concezione dei Cappuccini a Roma)e mi è piaciuto particolarmente come Zafon abbia descritto l'orrore dei due ragazzi alla vista dell'album di fotografie e la tristezza delle persone raffigurate in quelle immagini.
Questo sarà solo l'inizio, vediamo un po' cosa Zafon si inventerà nel resto del libro.
Leggere un libro così... a pezzi... per me è piuttosto difficile... I capitoli dal 7 al 14 aggiungono tasselli alla storia, ci fanno conoscere meglio i due protagonisti e il mondo di Marina.Mi chiedo cos'è che scrive sempre su quel suo quaderno... il "giallo" però, inizia anche a farsi più interessante, Oscar e Marina cominciano a mettere insieme in pezzi di una storia che conosce tutta Barcellona, ma che ormai è dimenticata (o voluta dimenticare).
RispondiEliminail libro sta prendendo ritmo, e credo sinceramente che se dovessero farci un film mi spaventerei (a tratti inquieta parecchio). mi piace molto il tono incalzante che l'autore continua a mantenere durante tutto il libro, è difficilissimo non lasciarmi prendere, e finirlo tutto di un fiato! avete perfettamente ragione a paragonarlo a l'ombra del vento e a dire che non è dello stesso spessore, però vi invito anche a confrontarlo con altri libri sempre di Zafòn che a me comunque non hanno entusiasmato! per ora questo libro, pur non essendo un librone con la L maiuscola, mi sta parecchio accattivando!
RispondiEliminasono pessima, non ce l'ho proprio fatta a stare nei tempi.....è stato impossibile tanto è bello questo romanzo. Emozionante e da brividi. Veramente bello e ben scritto.
RispondiEliminaQui sono stata un po' più esauriente:
http://bookshelf-nicky.blogspot.com/2011/04/marina.html
Non c'è niente da fare. Questo libro non mi è piaciuto. Non mi ha convinta. Ci sono dei momenti dove la fantasia è davvero troppa, dove si esagera. Finale non scontatissimo, ma brutto. No, non mi è piaciuto.
RispondiEliminaSfortunatamente con il procedere della lettura il mio entusiasmo si è smorzato. Secondo me, "Marina" è fin in troppo confinato (ancora) nella letteratura per ragazzi per poterlo apprezzare pienamente. Il deja-vù costante con i libri già pubblicati è sempre più evidente e alle volte mi ha annoiato.
RispondiEliminaUltimamente non mi riesce proprio di essere puntale. Ribadisco che leggere un libro "a pezzi" non fa per me.
RispondiEliminaTorniamo a Marina: man mano che i capitoli vanno avanti, si inizia a percepire un'altra presenza mostruosa: la malattia di Marina (che è la vera sorpresa perchè fin'ora si era pensato che ad essere malato fosse il padre). Abbiamo quindi 2 mostri: il primo (filo conduttore del libro) generato dal desiderio di non morine che porterà morte, dolore e un ultimo incendio che segnerà la fine dell'indagine. L'altro mostro è la malattia che porta alla morte dalla quale comunque non si può scappare e Marina, infatti, morirà. Mi dispiace che non sia piaciuto a tutti: io non amo la vena horror che Zafon voleva dare, ma alla fine ho pianto come una bambina. Direi 6/7